Nome Scientifico Salisburia adiantifolia
Famiglia Ginkgoaceae / Pianta caducifoglia
Origine Cina
Alto, nobile e dignitoso il Ginkgo può vivere mille anni e più. Unico superstite di un antico ordine rimasto pressoché immutato per duecento milioni di anni, questo fossile vivente collega il presente ai tempi dei dinosauri dell’era mesozoica. Le sue caratteristiche foglie a ventaglio sono identiche per forma e dimensione ai reperti fossili di 250 milioni di anni fa.
Si pensa che la specie esista in natura solo sui monti Dalou, in Cina: alcuni esemplari sono stati piantati e protetti per oltre un millennio nei giardini dei templi buddisti, confuciani e shintoisti perché considerati sacri e associati alla longevità.
Piantato per la prima volta in Europa nel Settecento come pianta ornamentale, il Ginkgo si è in fretta diffuso come specie adatta all’alberatura stradale. In autunno, il luminoso verde delle sue foglie a ventaglio si trasforma in giallo intenso: lo splendore è accentuato dalla fluorescenza, che converte i raggi ultravioletti del sole in luce visibile, facendo risaltare il fogliame ormai vecchio. Il Ginkgo è una pianta decidua, così rara per un albero che porta coni, e spesso tutti gli esemplari perdono le foglie contemporaneamente, trasformando i tronchi in alberi di nave su un mare dorato.
Dopo la bomba atomica che devastò Hiroshima, almeno sei esemplari di Ginkgo ricominciarono a germogliare ad appena un chilometro di distanza dall’epicentro dell’esplosione: un’immagine che ha rafforzato il simbolo di albero sacro in Giappone, dove è portatore di speranza.
In condizioni ottimali, è una pianta che può raggiungere i 40 metri di altezza e grandi circonferenze, fino a 8 metri.
Le foglie hanno la tipica forma flabelliforme (a ventaglio bilobo), sono di colore verde chiaro, che in autunno assumono una colorazione giallo intenso.
Il frutto è costituito da semi con lungo picciolo, rivestiti da un involucro carnoso (sarcotesta), ovoidale, di colore giallo-verde, con un odore sgradevole quando è maturo e ricco di sostanze irritanti e tossiche. All’interno di questo involucro è presente una parte legnosa. La parte interna del seme è commestibile in piccola quantità dopo la torrefazione.
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